“Il talento ti fa vincere una partita. L’intelligenza ed il lavoro di squadra ti fanno vincere il campionato”.
Parafrasando MJ, con le opportune modifiche, anche un tiro sulla sirena (o poco più) aiuta.
Ma andiamo con calma.
Torneo Mariani 2019, arriviamo al weekend delle semifinali dopo una cavalcata avvincente, contro avversari di tutto rispetto, tra i quali ricordo Lesmo e Cernusco.

SEMIFINALE. ARGENTIA-BERNAREGGIO 12-12 (38-37)
In semifinale affrontiamo i pari età di Bernareggio, che l’anno scorso ci hanno mazzolato e non di poco.
Pronti partenza via e vediamo che siamo subito in palla, le grandissime difficoltà dello scorso anno almeno non ci sono: ce la giochiamo alla pari ed infatti per due intere frazioni nessuno prevarica l’altro, in termini di punteggio. Nella seconda frazione il 100 avversario dimostra di essere di categoria superiore costringendo il buon Gabry F agli straordinari per limitarlo.
Inizia il terzo tempo ed abbiamo buone sensazioni. Tanto buone che il 13 in rosso decide di farci capire di che pasta è fatto: 9 a 2 per Bernareggio e tanti cari saluti.
Niente intervallo, si gioca subito e torniamo a subire, non tanto come prima, ma non riusciamo a fare il nostro gioco: Bernareggio riesce ad imporsi per 7 a 4 e si fa veramente dura per noi.
Il coach dei rossi decide che vuole vincere e schiera i due più forti insieme: 100 e 13 nella stessa frazione, per chiudere subito i conti. Ed ha ragione, 4 a 0 immediato per loro e tutti a casa…
…Eh no, non proprio. Qualcuno decide che il sudore degli allenamenti deve per forza essere servito a qualcosa, che la fatica di correre e di sentire bruciare le gambe deve essere finalizzata ad altro che puzzare come capre. Ed i 4 in campo diventano leoni, come dice il nostro Gianni, in tutti i sensi. Con la calma dei forti ribaltano il risultato e vincono 6 a 4.
In questa bellissima favola alla “Coach Carter” c’è un però: dobbiamo vincere anche l’ultima frazione e dobbiamo farlo con almeno 9 punti di scarto. Praticamente Tom Cruise in “Mission Impossible” aveva avuto un compito più semplice. Infatti, oltre alle difficoltà normali, Coach Ferri decide che è il momento di prendersi il primo tecnico della storia del minibasket (complimenti coach, offrirai da bere!) (in realtà aveva attirato l’attenzione dell’arbitro per spiegare che il bonus non è più presente nel regolamento minibasket e in una partita punto a punto non era un dettaglio da poco. NDR) e tutto sembra ormai perduto…
…per noi grandi in tribuna, forse, ma per i 4 diavoli blu in campo non è proprio così: con la determinazione e la sfrontatezza tipica dei ragazzi si buttano su ogni palla, si immolano fino all’ultimo respiro, fino all’ultimo secondo, quando Gabry G si inventa il tiro dei tiri, quello che deve entrare perché è destino che entri, perché è giusto che entri, perché, porca misera, entra.
Proprio quando la sirena dice che tutto è finito.
E la corsa dei 12 in mezzo al campo vale ogni aritmia dei 30 sugli spalti.
Siamo in finale, con la vincente di Segrate-Lesmo.

FINALE. ARGENTIA-SEGRATE 13-11 (36-35)
Finalissima contro Segrate, che non affrontiamo da quasi due anni: a quel tempo ci hanno battuto, anche nettamente, per due volte.
Il primo tempo, dopo una breve fase di botta e risposta, vede i nostri vincenti 10-6: buone cose in campo, belle sensazioni sugli spalti.
Seconda e terza frazione dove i ragazzi, di entrambi gli schieramenti, si affrontano a viso aperto: pareggio 6 a 6 e vittoria per 5 a 4, sudatissima.
La pausa serve più ai grandi, stremati dalle urla e dai ventricoli in evidente stato confusionale, che ai piccini, che devono fare i conti con una coppia arbitrale preparata ma molto fiscale: ogni contatto è fallo, con l’evidente difficoltà per i ragazzi di adattarsi al metro di giudizio. Temiamo che, alla lunga, i 5 falli siano facilmente raggiungibili.
Il timore dell’intervallo si concretizza nella quarta frazione dove, dei 4 entrati, 3 escono per falli. Segrate vince con merito ed fantasmi, di ruggeriana memoria, si stagliano all’orizzonte.
Iniziamo il quinto tempo decisi, ma i rossi segratesi sono più convinti dei nostri, prendono ogni rimbalzo (deve essere congenito a Gorgonzola faticare a rimbalzo, dal minibasket alla serie C), si concedono seconde possibilità che gli permettono di fare proprio anche questo tempo.
Parità perfetta: due tempi vinti, due persi, 1 pareggiato, 30 punti ciascuno.
Sempre più fiaccati dei falli e con meno convinzione degli avversari, galvanizzati dalle due frazioni appena vinte e spinti da un pubblico caldissimo, i nostri entrano in campo intimoriti. Ma ancora una volta lo spirito di Coach “Carter” Ferri viene fuori alla distanza. Fabio combatte come mai, un Riccardo ispirato porta palla, Gabry G, oggi sempre più in versione Scottie Pippen, canta e porta la croce e Jacopo immola ginocchia ed altri parti anatomiche per salvare palle vacanti in area. Vinciamo con un solo punto di scarto e ci concediamo il brivido finale dei tiri liberi concessi a tempo scaduto (1 su 2 per il coraggioso ragazzo al tiro).
Il Mariani è nostro, grida di giubilo giungono sugli spalti, grida di piccoli grandi uomini che stanno crescendo.
Un sincero complimento a Bernareggio e Segrate: abbiamo vinto per 1 solo punto di scarto, la differenza è talmente piccola che un dettaglio cambia la prospettiva.
La differenza è stata la convinzione nei propri mezzi, quella capacità che si sviluppa in allenamento, con il sudore, la fatica, le urla dei coach, i dolori di pancia, il fiato corto e la faccia rossa. La differenza è la voglia di superare i propri limiti, anche quando questi sembrano invalicabili. D’altro canto, e chiudiamo come abbiamo aperto, con una citazione di MJ:
“Mai dire mai, perché i limiti, come le paure, spesso sono solo un’illusione”.

Immagini collegate:

Condividi